Ho tanti, davvero tanti, David, bellissimi ricordi legati a questo fungo. Ricordi del nonno in bici, del babbo, di boschi ancora indenni dai passaggi dei cercatori della domenica ottobrina. Ricordo che al tempo, avrò avuto 10-12 anni, andavamo nei boschi nei dintorni del paese (Val d'Orlo, Oliveto sotto all'unico nostro "castello") e tornavamo a casa con borse - erano le borse del supermercato anni '80, quindi molto grandi e resistenti - letteralmente zeppe di questi funghi. Lasciavamo i lardaioli rossi a terra, perché quelli bianchi, indubbiamente, hanno un delicato sapore e dal profumo che emanano si differenziano nettamente da quelli rossi. Ti parlo di 10-15 kili di funghi a volta, che la nonna Cesarina, con tanta pazienza, sbollentava e metteva sott'olio. Poi, nelle fredde domeniche invernali, si aprivano questi barattoli "Rocco Bormioli" per unire questo contorno al bollito, ma anche alla gallina, o al coniglio... Oggi non ho più questi tempi e non c'è nemmeno nessuno che sappia o voglia prepararli a modo. Per questo ne raccolgo una modica quantità, che basti per 4 persone, e li lascio al babbo che li prepara "in umido" per il pranzo del venerdì... E, seppure in tono minore, riesco a rivivere per un'ora quei momenti spensierati e felici. Un po' come la
pétite madeleine di Proust...