Il cannocchiale, se usato senza oculare, ma solo con l'adattatore fotografico (quelli che restituiscono, in genere, una focale intorno agli 800-1000 mm f10-12) risultano abbastanza simili agli obiettivi fotografici, ovvio che lo strumento deve essere di qulità: di solito sono quelli alla fluorite o, come i Pentax al lantanio.
Se invece si usa l'oculare a fuoco diretto (senza obbiettivo sulla fotocamera) o con l'interposizione di un ottica fotografica (digiscopig) si ha una perdita di risolvenza, ovvimnete dipendente dalla simpatia o antipatia reciproca tra i vari componenti in gioco, ma si raggiungono focali impensabili per qualsiasi obiettivo acquistabile: un 20-60x restituisce senza troppi accrocchi un 1000-3000mm su formato Leica... che pesa circa 1,5 kg, certo non adatto per contare le piume di un volatile, ma più che sufficiente per ottenere un immgine del soggetto che sta vivendo la sua vita senza temere la presenza del fotografo. Ovviamnete bisogna sempre tenere presente la distanza tra soggetto e fotografo: è facile lasciarsi prendere dal fotografare soggetti a distanze elevate e non essere soddisfatti dei risultati; le varibili in gioco sono moltissime spesso però è una cosa che consideriamo poco ovvero il seeing cosa che invece fanno gli astrofili.
Sono due approcci completamnete diversi al tema della fotografia naturalistica uno, più fotografico, fatto di teleobiettivi altamnete risolventi l'atro più contemplativo adatto a cogliere la spontaneità dei soggetti. Ad ognuno di noi decidere quando preferire l'uno all'altro.
Se discutessimo per capire, invece che per avere ragione, sarebbe tutto più semplice.