Macro & superzoom: farsi un'opinione fotografica
Il più famoso era il Minolta 35-200mm xi, poi a seguire i Tamron 28-200mm e Canon 35-350mm L.
La tecnologia andava oltre le strade intraprese da Zeiss e Leica, su un percorso totalmente nuovo e reso possibile dalla tecnologia autofocus oltre che a quella video delle telecamere VHS e Betamax.
Secondo me la tecnologia era immatura, ma l'interesse del mercato era altissimo, di fatto la zoomata elettrica del Minolta 35-200mm xi fu ripresa da Canon e poi da Pentax, ma in pochi anni l'interesse sparì del tutto.
L'estensione zoom molto spinta comunque attirava molta gente, quindi si arrivò presto ai zoom 28-300mm, 24-120mm full frame e poi in APS-C ai 18-200mm 18-250mm 18-270mm 18-300mm 18-400mm ... un grande lavoro reso possibile solo dalle nuove tecnologie di lavorazione meccanica e di progettazione informatizzata.
Con queste ottiche gli utenti scoprirono il significato di zoom parafocale e varifocale, spesso a loro spese con grande delusione per chi operava con i semplici zoom 2x di elevata qualità (tipo il 35-70mm).
Si scoprì che la minima distanza di fuoco era piuttosto lunga, quasi 1 metro e che di macro non se ne parlava proprio.
Si apprese anche il fenomeno chiamato focus breath, che riguarda tutte le ottiche, ma quelle superzoom in maniera esasperata, con la bruttissima sensazione che le focali di questi zoom sono sempre insufficienti in termini pratici.
A tutte queste problematiche di difficile soluzione, sono state proposte decine di soluzioni nel corso di questi 28 anni di evoluzione.
Di fatto non esiste nessuna soluzione definitiva al mare di problemi dei superzoom, che neppure al prezzo del prestigioso Canon 28-300mm serie L si mette la parola fine alla ricerca della maturità del prodotto.
L'utente medio del superzoom di solito arriva dalle fotocamere dette Bridge, con l'ottica che fa tutto: tele, macro e grandangolo.
La prima evoluzione dei superzoom riguardava l'approccio nella macro fotografia, in senso funzionale e senza grandi pretese macro, piuttosto il raggiungimento della normalità delle ottiche fisse, come per un 28mm era più normale mettere a fuoco su distanze di 28 centimetri, una distanza di un metro tipica del superzoom era davvero troppo scomoda alla focale di 28mm.
Superzoom Macro di ultima generazione [ dal 2010 in poi ]
Recentemente si è arrivati alla distanza di fuoco di circa 50 centimetri che è sempre scarsa per un grandangolo, ma è buona alle focali più lunghe, con rapporti macro prossimi a 1:3 che iniziano a farsi interessanti.
Giunti a questi risultati si potrebbe mettere la parola fine, invece si scopre che le cose non sono ancora al livello "Point & Shoot" : occorre ragionare bene prima di scattare una foto con ambizioni macro.
Chi fa le foto per davvero avverte: mai fare le macrofotografie alla massima focale.
Io che usavo un 300mm APO Macro non me lo aspettavo.
Avranno una ragione pratica seria per affermare questa cosa?