Non esistono foto solo interpretazioni

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m f p

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Messaggio 28/11/2018, 0:00

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Rick la tua è la retorica del momento come detto sopra...e data almeno 80 anni fa...ed è stata superata da un pezzo
Per tanti il momento significa...per molti altri è come dire che i quadri si dipingono a colori ;)
Il punto è che essendo chiaro che il referente in fotografia non si sa cosa sia da qui non se ne può uscire (perchè il punto sta tutto li)
Secondo te (e molti) è il fotografo che impone il SUO punto di vista e nei fatti si da ragione a quanto ha dato via a questo topic (che è pure interessante)...quindi si presuppone il potere del fotografo rispetto alla rappresentazione, ovvero uno "sguardo" rispetto ad una "scena" (basta vedere le foto del WPP per capirlo): per me me e molti non è così da tanto tempo
E, no Riccardo, non funziona così da 150 anni...mi spiace deluderti...di esempi ce ne sono fin troppi

Altra cosa: la rappresentazione della realtà non può esistere...esiste invece la rappresentazione del reale (l'immagine che quindi è vera per definizione)...la realtà tua non è la mia ne quella di nessun altro (e la fotografia non c'entra un accidente in questo)..reale e realtà sono cose diverse...e difatti il referente è sempre ignoto ;)
Le fotografie non hanno voce ma parlano...se non parlassero sarebbero delle cretinaggini...se le fotografie non comunicano qualcosa di vero si possono buttare nella spazzatura (L. Carmi)
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Rigoletto

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Messaggio 28/11/2018, 21:51

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Max, le nostre sono solo opinioni per di più senza possibilità di controprova e proprio per questo (l'impossibilità di una "prova scientifica" a favore o contraria che possa indurre a rivedere le proprie posizioni) tanto più irriducibili, non devi dispiacerti di nulla... ;)
Riccardo.
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Messaggio 28/11/2018, 22:01

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

o perbacco...ci sono biblioteche di saggi sulla fotografia a cui attingere... ;)
non sono opinioni da forum...mi spiace deluderti (di nuovo :mrgreen: )
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Rigoletto

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Messaggio 28/11/2018, 23:32

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Beh, Max, le biblioteche sono piene anche di saggi che sostengono cose diverse da quelle che sostieni te, e allora?
Io negli anni mi sono fatto un'idea, che al momento non va di moda e ne prendo atto, ma non sarà di certo un saggio
anche se scritto da un grande fotografo (fai tu il nome) che magari mi piace anche, a farmi cambiare idea. Mi farà
riflettere, perché questo è uno dei piaceri della lettura, ma non sono un bimbo che cambia idea alla prima teoria
accattivante. Che vuoi farci, ad una certa età si perde elasticità mentale, dicono. yes|

E, Max, ti assicuro che non mi hai deluso affatto, anzi... :mrgreen:
Riccardo.
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Messaggio 29/11/2018, 8:36

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

....i saggi sulla fotografia non li scrivono i fotografi, altrimenti saremmo punto e capo con la pretesa di potere... ;)
pensa che due ottimi saggi li hanno scritti Italo Calvino e Luigi Pirandello...all'interno di un racconto il primo e di un romanzo il secondo...

e comunque ai giorni nostri la tua idea è quella più di moda...una fotografia molto opaca dove si accetta quello che il fotografo pretende di imporre: per me resta un modo poco corretto di porsi di fronte alla fotografia (e di farla), ma non per chissà quale idea semplicemente perchè quella non è più Fotografia ;)

supponi che venga fotografata una cesta di frutta
Barthes afferma che quella fotografia è inesorabilmente una cesta di frutta (aderenza perfetta tra immagine e realtà), tuttavia quella fotografia attiverà diverse sensazioni (e quindi diverse realtà) e sarà alternativamente una rappresentazione di natura morta, magari di freschezza, c'è chi gli ricorderà un mercato...ecc. ecc.
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ccatullo

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Messaggio 29/11/2018, 13:00

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

m f p ha scritto:Rick la tua è la retorica del momento come detto sopra...e data almeno 80 anni fa...ed è stata superata da un pezzo
Per tanti il momento significa...per molti altri è come dire che i quadri si dipingono a colori ;)
...

Max, quale cultore del momento, non posso essere d'accordo :D
Non credo che sia una "retorica" superata, tra l'altro. Ma bisogna capirsi: cogliere il momento non significa pretendere di rappresentare la realta' ... tutt'altro. Il momento e', per l'appunto, un momento. Cogliere, potrebbe significare, come spesso succede, ingannare. Ci sono migliaia di esempi, vecchi e nuovi, che lo testimoniano. Non userei la retorica del momento quale sinonimo della retorica della veridicita' in fotografia, come mi pare tu faccia. Se ho capito bene: perche' ormai la discussione si e' abbastanza avvitata su se stessa da permettermi di non esserne sicuro :mrgreen:
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Messaggio 29/11/2018, 14:35

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Enrico il fatto e' che con questo ragionamento ti poni nella posizione di voler imporre il tuo potere sulla rappresentazione...quindi con l'assunto "ti faccio vedere QUESTA cosa"...ma non funziona del tutto cosi', perche' quella cosa, che pensi di voler far vedere, nella realta' (che e' soggettiva) potrebbe essere tutt'altra. Il significato e' variabile...imporre un significato (autorialmente) e' una pretesa di potere (e negare spazio alla rappresentazione)
Anche Barthes su questo si incarta e per uscirne se ne esce col noema "e' stato" (ma un istante non puoi fotografarlo...perche' tecnicamente non esiste senza un prima e un dopo ;) )
Pertanto l'immagine e' vera (frammento di reale), il referente ignoto... ;)
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Lorenzo

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Messaggio 04/12/2018, 7:42

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Max, tanto per sottolineare in fondo la visione che - finalmente, aggiungo, esposta in modo chiaro -, è quanto dovrebbe possedere (come strumento ) lo spettatore. Il fotografo può presentare qualsiasi forma o frammento della propria rappresentazione della realtà, tuttavia de facto è lo spettatore a dover essere consapevole di questo e lo vedo molto difficile.
Sarà perché il critico o il saggista non è un fotografo, ma è chiaro che il frammento di realtà che presenta il fotografo sarà quanto di più roboante lo stesso fotografo riesce a concepire.
Ecco che in questo ambito si possono accogliere anche post produzioni estreme e non si può accusare il fotografo per i fotomontaggi. Proprio perché l’immagine è reale.
Ovviamente parlando tipo di concorsi fotografici bisognerebbe che in certi regolamenti fosse specificato un referente di comune concezione visuale e non tanto il divieto di fotomontaggi.

Però sulla separazione dei concetti di immagine e realtà sconosciuta del referente è un aspetto direi di maturazione fotografica non indifferente.
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Messaggio 04/12/2018, 10:22

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

Lorenzo ha scritto: è quanto dovrebbe possedere (come strumento ) lo spettatore. Il fotografo può presentare qualsiasi forma o frammento della propria rappresentazione della realtà, tuttavia de facto è lo spettatore a dover essere consapevole di questo e lo vedo molto difficile.


Se si ritornasse al concetto di trasparenza in fotografia, di cui accennavo qualche post addietro, ecco che lo strumento (semplice) per valutare se si e' di fronte ad una interpretazione o una rappresentazione lo hai in mano.
E non e' difficile possederlo (lo strumento)

Lorenzo ha scritto: il frammento di realtà che presenta il fotografo sarà quanto di più roboante lo stesso fotografo riesce a concepire.
Ecco che in questo ambito si possono accogliere anche post produzioni estreme e non si può accusare il fotografo per i fotomontaggi.


Si ma diventa un'interpretazione e non piu' una fotografia...l'immagine non e' piu' vera perche' il reale e' modificato per presentare (imporre?) una propria realta' su quella dell'osservatore (pretesa di potere)

Lorenzo ha scritto:Però sulla separazione dei concetti di immagine e realtà sconosciuta del referente è un aspetto direi di maturazione fotografica non indifferente.


Il punto sta tutto li, come ho gia' piu' volte sottolineato...e' un andare oltre "la fotografia di una pipa e' sempre inesorabilmente una pipa" oppure la "retorica del momento" (che sono strettamente correlate)...
Anche se da quanto scrivi non capisco se sai bene chi sia il referente di una fotografia... ;)
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Messaggio 04/12/2018, 12:12

Re: Non esistono foto solo interpretazioni

m f p ha scritto:
Lorenzo ha scritto: è quanto dovrebbe possedere (come strumento ) lo spettatore. Il fotografo può presentare qualsiasi forma o frammento della propria rappresentazione della realtà, tuttavia de facto è lo spettatore a dover essere consapevole di questo e lo vedo molto difficile.


Se si ritornasse al concetto di trasparenza in fotografia, di cui accennavo qualche post addietro, ecco che lo strumento (semplice) per valutare se si e' di fronte ad una interpretazione o una rappresentazione lo hai in mano.
E non e' difficile possederlo (lo strumento)

Lorenzo ha scritto: il frammento di realtà che presenta il fotografo sarà quanto di più roboante lo stesso fotografo riesce a concepire.
Ecco che in questo ambito si possono accogliere anche post produzioni estreme e non si può accusare il fotografo per i fotomontaggi.


Si ma diventa un'interpretazione e non piu' una fotografia...l'immagine non e' piu' vera perche' il reale e' modificato per presentare (imporre?) una propria realta' su quella dell'osservatore (pretesa di potere)

Lorenzo ha scritto:Però sulla separazione dei concetti di immagine e realtà sconosciuta del referente è un aspetto direi di maturazione fotografica non indifferente.


Il punto sta tutto li, come ho gia' piu' volte sottolineato...e' un andare oltre "la fotografia di una pipa e' sempre inesorabilmente una pipa" oppure la "retorica del momento" (che sono strettamente correlate)...
Anche se da quanto scrivi non capisco se sai bene chi sia il referente di una fotografia... ;)



Allora ci sono contraddizioni; posto che il referente, presumo il soggetto, sia sconosciuto ma l’immagine vera, è chiaro che esiste il ruolo del fotografo, in scatto ma anche dopo, sia in camera oscura, sia in camera chiara.
Stesso concetto applicabile in altre forme d’arte. Facendo un paio di nomi a caso Picasso (tranne che fino si vent’anni) e Adams, il cui lavoro era soprattutto in camera oscura e di cui sfruttava appieno tutte le possibilità offerte.
Se invece mi parli di rappresentazione in realtà parli sempre di imposizione, perché appunto una fotografia è rappresentazione.
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