[PAESAGGIO URBANO]::: VILLA OLMO :::

[Lorenzo]

Villa Odescalchi, o Villa Olmo, di proprietà dal 1924 del Comune di Como.

Neoclassicismo italiano al massimo della sua espressione, fa venire i brividi leggere quali personalità che hanno fatto la nostra storia abbiano soggiornato in questa struttura. È pur vero che il Lago di Como è costellato da magnifiche opere architettoniche intese come dimore estive (soprattutto dai primi dell'800), ma rende onore - lo scrivo a titolo personale - all'Umanesimo e all'Illuminismo che a Milano e in queste casate nobiliari fece breccia, e, penso, un bel pezzo della Storia d'Italia, diciamo dall'Illuminismo fino all'avvento del Fascismo, è stata scritta sulle rive di questo Lago, in particolare proprio sul Ramo di Como, dalla Lariana alla Regina.

Sony A99-Samyang 24mm f/3.5 T/S, 24mm, 50 ISO a f/11, 1/20 sec, cavalletto.

[eViga]

Bella .... roba di casa mia.

[Lorenzo]

Bella .... roba di casa mia.

[Dolomitico]

Bianco e nero come tuo solito ottimo!

[ingenieux]

Immagine che mi piace molto. Non mi appare statica, come la "semplice" ripresa di un immobile potrebbe far presupporre a priori: infatti non la ritengo semplice.
La silhouette delle tre persone in basso a destra, la cui posa racconta qualcosa, e la cascata dei rami in alto a sinistra si soppesano a vicenda, incorniciano la scena, la rendono, a mio avviso, "viva, quasi dinamica".
BN: io ci capisco poco o nulla, (mai scattato...) ma mi piace come è stato sviluppato, quella macchia scura alla base e poi via via quei passaggi graduali di grigio dell'edificio. Vedo un bellissimo equilibrio anche in questo.
Interessante anche la lettura della didascalia.
I miei complimenti all'autore!

giorgio

P.S. ne approfitto per augurare un BUON FERRAGOSTO a tutti gli utenti di MSC... ciao!

[Lorenzo]

Era del tempo che non fotografavo per puro piacere, per cui mi sono portato dietro la 99i e un paio di ottiche (il 24 usato qui, un 50ino e il 12-24). Grazie per gli apprezzamenti (il BN viene da stile di C1 poi ripassato da Topaz, che lascia molta libertà pittorica coi suoi strumenti).
Di questa foto, riguardandola appena scaricata, mi piaceva il fatto che poteva essere una foto senza tempo: poteva essere stata scattata anche negli anni cinquanta o prima, non si riconosce se non per il design delle sedie. Una scena anche da metà ottocento.
Sotto il punto di vista storico, sono un amante di queste dimore.

[ingenieux]

Ciao, aggiungo due osservazioni.
Hai usato l'aggettivo pittorica ed è il termine corretto: le due decise “pennellate” nella parte bassa – il nero con qualche schiarita, il bianco nettissimo che attraversa l'immagine – sono spettacolari, comunque non prevaricano lo stesso edificio che pur nella sua "semplicità" rimane protagonista.

Sono d'accordo anche sull'immagine “senza età”, con una premessa: mi sono accorto che spesso, osservando immagini sul web, vado quasi subito a leggere che cosa si è utilizzato per scattare. Sbagliato ragionare così, ma ci casco spesso anch'io (segno dei tempi ?).
Come giustamente scrivi, questa immagine invece poteva essere benissimo stata scattata tanti anni fa, magari con una SRT101 e il suo bravo Rokkor 24. Ma qui non è il mezzo ad aver fatto la differenza: qui a mio parere è il fotografo che ha “fatto la foto”.
E infatti ho letto distrattamente l'attrezzatura utilizzata solo in un secondo momento: prima ho osservato ben bene l'immagine e letto con attenzione la didascalia.

Scusate la lungaggine ma la foto mi è piaciuta (si era capito?...) e volevo condividere le mie impressioni.

giorgio

[petrofilo]

Ciao Lorenzo,
scatto raffinato che va ben oltre il tecnicismo, seppur ottimamente realizzato in fase di ripresa e, per me che un po' mi diletto di bianco e ero, pure nella postproduzione.
La tua didascalia dettagliata e interessante sta a significare che se c'è l'idea narrativa, si è già a più di metà dell'opera... Bravo!

[Lorenzo]

Non do molta importanza al mezzo (a meno che non debba avere certezza del risultato), tuttavia non ce la faccio a fare fotografia soltanto con lo smartphone: devo avere il controllo, se sbaglio l’esposizione, vuol dire che l’ho volutamente sbagliata.
Al BN do molta importanza: come farei in CO.
La settimana scorsa sono venuto in possesso di un’altra Zenza Bronica (SQ-A) e del suo 150mm. Questo mi dà la spinta giusta a mettermi alla prova proprio col BN. Per questo motivo scansiono i negativi e li stampo al citrato di sodio in piccolo formato (A4) nella lightbox dedicata. Faccio paragoni con le stampe inkjet della mia attuale P900 e mi accorgo che il feeling con la stampa col nitrato d’argento (che costa un botto) ha un altro feeling, un altro odore. Ma ovviamente le foto passano da una certa elaborazione via Photoshop.
Vi posso assicurare che non è la stessa cosa.
Scattare in digitale e stampare argentico è la soluzione per me, e, penso, per chi pensa alla Fotografia un po’ più seriamente.
Grazie a tutti per le belle parole.