Dalla CO alla stampa inkjet

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Softbox

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Messaggio 17/04/2019, 2:43

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Alla discussione aggiungo che proprio Salgado in Genesi usò una tecnica mista per gli scatti in digitale, dove era comunque presente un suo intervento in camera scura. Non ho approfondito però.
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petrofilo

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Messaggio 17/04/2019, 8:33

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Al di là della differenza di resa della stampa fra analogico e digitale, che in effetti salta all'occhio, ho avuto la netta sensazione che parecchi scatti di Genesi (guarda caso quelli digitali) nemmeno fossero riconducibili al suo stile... Ma di questo ovviamente non ho conferma né mai l'avrò...

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m f p

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Messaggio 17/04/2019, 10:12

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Softbox ha scritto:Alla discussione aggiungo che proprio Salgado in Genesi usò una tecnica mista per gli scatti in digitale, dove era comunque presente un suo intervento in camera scura. Non ho approfondito però.


Come detto sopra si tratta di fare un internegativo su carta lucida (si porta in negativo il file digitale e si stampa su tale carta) per poi passarlo all'ingranditore
Il punto è che la "matrice" resta un file digitale ovvero un insieme discreto di numeri e non un "caos" analogico (quindi continuo) che è quello che determina i passaggi tonali che tanto piacciono (e che non sono riproducibili)

OT

Softbox ha scritto:Salgado durante Genesi passò al digitale per comodità d'uso, questo disse.


di certo non può dire che lo paga Canon per usarle ;)

Per quanto riguarda la leggenda invece a me fa abbastanza ridere in quanto il controllo manuale in aeroporto per le pellicole è sempre possibile (e comunque esistono le buste protettive x-ray safe)...quindi si torna al punto sopra

Fine OT
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Lorenzo

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Messaggio 22/04/2019, 23:56

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

m f p ha scritto:
Softbox ha scritto:Alla discussione aggiungo che proprio Salgado in Genesi usò una tecnica mista per gli scatti in digitale, dove era comunque presente un suo intervento in camera scura. Non ho approfondito però.


Come detto sopra si tratta di fare un internegativo su carta lucida (si porta in negativo il file digitale e si stampa su tale carta) per poi passarlo all'ingranditore
Il punto è che la "matrice" resta un file digitale ovvero un insieme discreto di numeri e non un "caos" analogico (quindi continuo) che è quello che determina i passaggi tonali che tanto piacciono (e che non sono riproducibili)



Dunque, Softbox, hai preso proprio in pieno un Autore di cui, 5 anni fa, ho potuto vedere la serie stampata a Stoccolma. Erano tutte in formato A2 e, sorpresa massima, stampate esattamente con la mia stessa Epson 3800. Una stampa praticamente perfetta, esente in assoluto da metamerismi e probabilmente con un profilo ideale per il fattore illuminante in D50. La carta usata era l'Hahnemuehle Baryta Fine Art. Però... mancavano foto in cui fossero presenti i passaggi tonali che tanto piacciono (e che non sono riproducibili) , come osserva Max.

Tornando un attimo indietro, l'internegativo di Max è la stampa inkjet su pellicola (tipo Pictorico o Permajet) di cui Piezography vende un kit chiamato DN.
Comunque, per rincuorare Max, le soluzioni alternative alle esposizioni della lampada dell'ingranditore sono in fase di studio e molta sperimentazione, anche personale. Per esempio, uno dei problemi nel transfert è il blocco dei raggi UV dalle lampade tradizionali, per il quale blocco alcuni appassionati (li chiamerò così, ma direi più devoti) studiano continuamente combinazioni chimiche di inchiostri da riproporre. Sono stati scritti oltreoceano alcuni libri su questo argomento.
Io cerco di limitare alla stampa su carta fotografica inkjet da file digitale. Nel caso citato da Max (stampa di negativo digitale) la soluzione c'è già davvero: basta usare la pellicola.
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m f p

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Messaggio 24/04/2019, 10:24

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Lorenzo ha scritto:Nel caso citato da Max (stampa di negativo digitale) la soluzione c'è già davvero: basta usare la pellicola.


eeeeh.. già già già... (cit.) ;)
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tonyrigo

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Messaggio 25/04/2019, 18:47

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Si e no, a mio parere.

Il mondo analogico e quello digitale sono uguali e differenti.

Uguali perché il fine è produrre immagini, differenti per come raggiungono lo scopo.

Non conosco il caso di specie, non avendo visto le foto.

Però (almeno in teoria) i limiti del digitale tendono all'infinito, quelli dell'analogico sono molto più stretti ...

Poi ovviamente il risultato può essere molto diverso dalla premessa appena fatta.

Ma quello sarà il ns. senso del bello a giudicarlo.

Chi ha detto, ad esempio, che l'assenza di scala di grigi non sia bella?

Va visto di foto in foto.

P.S.
Lo dice uno che le 500/1.000 foto all'anno in analogico le scatta, anche se le mie sono solo foto di "sperimentazione" in analogico.
Personalmente credo fortemente, oggi, nella assoluta superiorità del digitale ed uso l'analogico solo per gioco e sperimentazione.
Non ci penserei nemmeno di fare un servizio "serio" in analogico, oggi.
20 anni fa sarebbe stato il contrario.
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m f p

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Messaggio 26/04/2019, 9:28

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

tonyrigo ha scritto:Però (almeno in teoria) i limiti del digitale tendono all'infinito, quelli dell'analogico sono molto più stretti ...


vedo che non si ha molto chiaro cosa sia una spazio "discreto" e uno "continuo"... :mrgreen:

tonyrigo ha scritto:Non conosco il caso di specie, non avendo visto le foto.


ecco...appunto... :mrgreen: :mrgreen:
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tonyrigo

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Messaggio 26/04/2019, 10:49

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Il limite dell'analogico io lo intendo nel suo sviluppo tecnologico, non nel fatto che la scala di grigia sia continua, mentre il digitale va per forza a "scalini".

L'analogico è praticamente privo di sviluppo tecnologico da una ventina d'anni e le cose non mi pare stiano migliorando ultimamente, con tutte le aziende che o chiudono il settore, o falliscono o sono già fallite (KODAK, ILFORD, ecc. per non far nomi) ...
Rimangono alcune case di nicchia, che non hanno certo le risorse per andare avanti con la ricerca a livello delle due MAJOR citate.

Il digitale invece continuerà verso l'infinito, fermato solo ad un certo punto dalla dimensione dell'atomo ... ma siamo ancora tanto, tanto lontani ...

Questa è la sua vera forza.

Comunque, l'ho detto molte volte anche in altre sedi, digitale e analogico per me pari sono. Bisogna conoscerli ed amarli per quello che sono con i loro pregi e difetti.
L'importante è la foto: il risultato.
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walti

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Messaggio 26/04/2019, 11:16

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

tonyrigo ha scritto:Il digitale invece continuerà verso l'infinito, fermato solo ad un certo punto dalla dimensione dell'atomo ... ma siamo ancora tanto, tanto lontani ...


E i sensori quantistici dove li mettiamo? :D
Body: A1|A7CM2|Nex6|RX1RM2|RX100M6|RX0|7D|D7 LTD|D9 SSM SAL: 135Z Minolta: 16|50|100|200G|200M Batis: 18|40|85
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Zeiss M: 25|35|50|85 Voigt. E: 10 Voigt. M: 15|35|50 Zuiko: 16|18|21|24|35|50|85|135|200 Contax G: 28|35|90|35-70
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tonyrigo

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Messaggio 26/04/2019, 12:24

Re: Dalla CO alla stampa inkjet

Vero!

Saranno i BSQ...
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